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TUMORE DEL COLON-RETTO

Dati recenti mostrano in Italia una mortalità ancora superiore alla media per diversi tipi di tumore, tra cui quello del colon-retto. Tuttavia, la mortalità per questo tipo di tumore è stata notevolmente ridotta rispetto ad alcuni decenni fa, quando ricopriva il primo posto come causa di morte per tumore.

Come avevo annunciato in conclusione del precedente articolo, il tumore del colon-retto rappresentava, fino a non molti anni fa, la prima causa di morte per tumore. Oggi, possiamo affermare che l'insorgenza di questa patologia sia stata notevolmente ridotta grazie alla medicina preventiva che riguarda sia la prevenzione per mezzo dello screening che per mezzo della correzione dello stile alimentare. Nei confronti di quest'ultima, vi è stata e vi è una crescente attenzione negli ultimi anni, Come ho sempre sottolineato nella mia filosofia. Sicuramente una maggiore consapevolezza generata dalla divulgazione e la sensibilità verso il "fattore alimentare" rappresenta quasi uno standard per una società evoluta: oggi le persone non pensano più solo a sopravvivere, ma ricercano, compatibilmente a tutto il resto delle esigenze presenti nella società attuale, un miglioramento della qualità e dell'aspettativa di vita.

È quasi superfluo ribadire che l'esposizione quotidiana ad eventuali fattori di rischio genera le condizioni tali da permettere l'insorgenza e la progressione di qualsivoglia patologia e, al contrario, l'attenzione e il controllo verso questi fattori di rischio aiuta notevolmente nella prevenzione. I benefici di questo tipo di prevenzione risultano decisamente evidenti in un'osservazione collettiva, dalla quale si può facilmente notare la riduzione dell'insorgenza e della mortalità di una malattia sulla popolazione.

Essendo il tumore del colon-retto, come quasi tutte le malattie della stessa categoria, una patologia multifattoriale, risulta esserci una componente genetica, la quale pone le basi per una più o meno espressa predisposizione, alla quale però si somma l'esposizione ai fattori di rischio ambientali per dar luogo alla patogenesi.

Possiamo dire fortunatamente, il tumore del colon-retto ha un'evoluzione lenta che, prima di diventare invasivo, passa per delle forme benigne la cui presenza risulta essere facilmente diagnosticabile e trattabile con una tempistica decisamente vantaggiosa perché non evolva verso le forme maligne più aggressive. La maggior parte die tumori del colon-retto, prendono appunto origine da una forma benigna che si manifesta con dei polipi nel lume intestinale, facilmente. Queste forme, se non trattate, evolvono molto lentamente (parliamo di anni) verso lo stadio di carcinoma, che invece sarà maligno e infiltrante, permettendo così di avere sufficiente margine per curarsi quando si è ancora in tempo.

A proposito di quanto detto, lo screening mediante esami specifici come la colonscopia, la diagnostica per immagine e altri esami di laboratorio condotti sulle feci per la ricerca del sangue occulto, assumono un ruolo di primaria importanza nell'ambito della diagnosi precoce. Queste metodiche di screening, hanno infatti permesso negli ultimi decenni la diagnosi precoce di eventuali formazioni benigne (polipi) prima che queste potessero degenerare in forme maligne (carcinomi), riducendo in notevole misura la mortalità per questo tipo di tumore.

Ad ogni modo, come già accennato, l'insorgenza di questa malattia è fortemente influenzata dalla prolungata esposizione verso certi fattori di rischio, i quali sono per lo più di carattere alimentare. Le patologie infiammatorie croniche a carico del colon ma anche una persistente infiammazione meno manifestata dal punto di vista clinico, contribuiscono nel determinare l’insorgenza così come nel favorire la progressione di forme tumorali maligne a carico dell’epitelio del lume intestinale. La prevalenza di alimenti infiammatori o direttamente cancerogeni nel modello alimentare quotidiano, riproposto per molti anni nella vita di un soggetto, concorre non poco a generare la malattia e favorirne la progressione. La stipsi, anch'essa ha un ruolo che può essere definito cancerogeno per il colon, poiché le sostanze tossiche quanto più a lungo restano a contatto con i tessuti e tanto più esplicano la loro azione appunto tossica. Senza contare gli effetti sulla flora microbica intestinale, per la quale non basterebbe una conferenza se volessimo approfondire nel dettaglio.

A tale proposito, l’alimentazione riveste un ruolo determinante, tanto come fattore di rischio quanto come fattore preventivo, nel caso in cui questa sia finalizzata al miglioramento della funzionalità intestinale e a contrastare l'eventuale presenza di uno stato infiammatorio. Esistono, infatti, cibi (o sostanze di tipo alimentare come additivi) che se consumati con una frequenza eccessiva nell’alimentazione abituale possono favorire l’infiammazione a carico della mucosa intestinale, recando danno al tessuto e/o indurre delle mutazioni che portano alla modificazione del tessuto stesso in senso oncologico. Altri alimenti possono invece agire come antinfiammatori o più semplicemente favorire la corretta funzionalità dell'organo, migliorandone il benessere, scongiurando o quantomeno riducendo, le alterazioni sopra descritte.

È evidente che il cibo costituisca una costante giornaliera nella vita di ogni essere umano, per cui è altrettanto intuibile quanto un’alimentazione possa essere d'impatto nella sfera delle patologie a carico dell’apparato digerente.

In sostanza: oggi è relativamente facile prevenire la formazione e la progressione del tumore del colon-retto, questo è possibile grazie a una prevenzione di tipo alimentare e grazie alla diagnosi precoce per mezzo dello screening nell'età a rischio.


Dott. Gabriele Bedini

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